Fu un lampo immerso nel fragore
di dodici assiuoli cantanti
frenetici, ma senza voce
come fredde pietre frananti.

Poi vidi sul corpo le fiamme
d'una donna pallida e tremante:
senza stupor la baciai
scoprendo soltanto brace.

Mistico e freddo incubo
non ti temo giacchè parli
lingua che non odo.

Piovono invece versi e un latrare cupo
di terrori notturni, ma più
rabbrividisco per ciò che vivo

solo nel tepore d'una veglia
che prosegue oltre il nero sonno
quanto un calesse dimenticato.

Cercando quel nido
vivo distante da ciò che scrivo
quasi come pioggia,
colei che mai riposa
all'ombra d'un campo
senza nome.