venerdì 23 novembre 2012

Polifonia Post-moderna d'un Gioco



Ne la stagion in cui più provo pena
non ci sta Ariosto col ramuscel-Lauro,
nè d'Annunzio canta la pioggia amena,

perchè lettere volano co' 'l auro
dei capelli d'oro a l'aura sparsi,
ma la mi ' donna ha capelli d'un mauro

scuro, e se lite ci coglie Amor scarsi
così come gran fiume o monte,
non servon specchi o occhi per separarsi.

Son parole al vento vaghe e tante
come foglie sue, allor che 'l sol diviso
volano in giuoco quelle sovra tante.


mercoledì 21 novembre 2012

Pavia: Ritratto uno



Molte vie si disperdono:
è un paradosso reale, queste
strade che in vita discendono
ràtte dentro al borgo.

Una s'affretta verso il Duomo.
E' la Piazza dei mozziconi
di sigaretta, dei sandali d'estate
e- soprattutto- delle passeggiate
tra l'odore illeggibile
dell'esistenza; questo calle
direbbe Dante, io preferisco:
stelle garrulle.

E scende fino al Ponte
e si respira fuliggine d'alba
e la fioca poca luce.

Come acqua, corre e danza;
se fosse me, questa via,
non dritta, ma storta-
come un amico, che manca-
presterebbe volto al mio passo
incerto e solo. 
mercoledì 14 novembre 2012

Assenze

a M.

Tanto forte picchia la pioggia
che quasi più non la sento,
la respiro. Fradicia di parole
la tua voce m'ubriaca ancora,
cuoce la terra del mio cuore
con un calore d'altrove, nascosto.

Mi rimorde il nostro amore:
in altri giorni restava segreto,
rintanato in grotte d'ovatta.
Sorprende- oggi, piove ancora-
la tremula malinconia dell'immagine
pallida ma forte della sua ombra.

Credimi: piove, ma fa un'afa
che ristagna in stormi gocce
e grossi solchi di mancanze:
il tuo sorriso lascia uno squarcio
là dove prima eran le labbra
rosse, assorte sul volto.


Se l'azzurro dei vostri occhi è triste come un dolce rimpianto - che - persiste


"Il buio sospende tutto. Non c'è nulla che possa, nel buio, diventare vero." A.Baricco "Oceano Mare" 1993


Mi ricordi libri cari, odorosi
che già si confondono col mogano
del legno; piccole frasi che usi,
confezioni cortesi come un abito.

Scaffali di occhi- un caldo da sonno,
biblioteca vuota che muffeggia
e 'l silenzio gronda su se stesso-
guardatemi schivi, voltate pagina. 

Giusto al centro, nell'equilibrio fisso
del volume aperto, porta, atto, noia
d'esperienza e sottigliezza
enciclopedica di sguardi. 


( L'amore non si può raccontare,
 Non si può raccontare,
 Non si può raccontare.
 Molto distante è la dolcezza,
 Nascosta in un mare,
 In eterno vagare.
 Molto vicina è l'amarezza.)  
 F.G. Lorca, "Canzone Desolata" - 
 Il mio segreto 1918

Eugenio Montale - "Le Occasioni" - Il Balcone

Giorgio Lotti, 1975, "Eugenio Montale"


Pareva facile giuoco
mutare in nulla lo spazio
che m' era aperto, in un tedio
malcerto il certo tuo fuoco.

Ora a quel vuoto ho congiunto
ogni mio tardo motivo,
sull'arduo nulla si spunta
l'ansia di attenderti vivo.

La mia vita che dà barlumi
è quella che sola tu scorgi.
A lei ti sporgi da questa
finestra che non s'illumina.

(1928- 1939)


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