Molte vie si disperdono:
è un paradosso reale, queste
strade che in vita discendono
ràtte dentro al borgo.

Una s'affretta verso il Duomo.
E' la Piazza dei mozziconi
di sigaretta, dei sandali d'estate
e- soprattutto- delle passeggiate
tra l'odore illeggibile
dell'esistenza; questo calle
direbbe Dante, io preferisco:
stelle garrulle.

E scende fino al Ponte
e si respira fuliggine d'alba
e la fioca poca luce.

Come acqua, corre e danza;
se fosse me, questa via,
non dritta, ma storta-
come un amico, che manca-
presterebbe volto al mio passo
incerto e solo.