La Mano di Dio,
eterna maternità
nel fango dell'odio stretta,
resuscitata nell'ombra
che bramo.
E tutto quello che dici, tutto
riflette il suon divino
che cangia il tempo e il selvaggio
martirio d'un breve subire

Così tremi:
sotto il peso dell'infinito
pur sfidando le opere e i giorni
coi guai e danni del mondo
codardo di sordidi sbagli.
Si spegne, s'accede e riflette
il credo creduto ceduto
dal cuore abituato
ad odiare.

Giacchè ti strinsi
nella mia mano pura,
confesso: nel cielo
notturno, niente
vedo brillare più;
solo piccole stelle
lontane.