UN ISTANTE, LEGGINE UNA. POTRAI INSULTARMI 
O PROSEGUIRE PER LA TUA STRADA.
NON CHIEDO ALTRO


Non manca nulla del tuo viaggio,
nè gli stanchi centesimi lasciati
nel posacenere sporco di vita
accanto a trucchi e polvere
in attesa dell'ora di fuoco.

E quando con brullo stupore, io,
delle storie urlate, muggiti
d'odio ne rimurgino una
parola d'amore, cicuta ribelle
s'erge sicura tra le fiamme del gioco.

Sulla bufera che infuria, partenza
non odo nè voglio vedere; quando
zitto s'affiocherà il mattino,
smarriremo il segreto nel giorno
fossato roggio di sangue.

Là non c'è e pur riposa salvezza,
ai margini squallidi del mondo e
nell'oscurità eterna dell'attimo:
il nostro giorno estremo sentiremo
scivolare nelle carni repente.

Cercherai scampo, ma solo un lampo
disumano crescerà come voce chiara
di chi ha visto l'infinito
e ne rimpiange l'inizio:

nel viaggio screpolato d'addii
fallito è il tuo ricordo ispido,
e la memoria gonfia di partenze.

Sulla valigia c'era scritto
uno sbiadito "per sempre"
alla consegna dela promessa
al facchino, il tuo destino.


"Is a long, long way..."