venerdì 25 gennaio 2013

Quello che non t'aspetti, l'aspetti soltanto

By Ken Wong "Loki"
Giacchè nell'esser santo
si vieta il diritto
d'esser uno come un altro.


Malinconia scorre
e mormorando geme
a questo giusto albergo
di me, dove sanguinando
sviene.

E riposata voce giace
sul dolore e il senso,
perché a essa piace
non trovar lode,
ma pianto- e tace.

Come tramonto trema
sull'orlo-notte,
sente del giorno la cera
scesa tra contorni di sera-
e vibra di note del cuore,

sì non trova pace
nel flusso dei flutti
d'emozioni, la solitudine,
schietta; su di noi
resta come notte fresca.


Mattia Lo Presti
giovedì 24 gennaio 2013

Fiore d'occasione

Fiore d'occasione


Su questa carta c'è una vita
come un'altra, e sotto al pergolato
di una stanza tiepida c'è l'ombra
vizza d'un pezzo d'amore desolato.

Soltanto dolore - che pena- e splendore;
feroce passato deserto e raso
riaffiora nel buio argenteo di lacrima
come un sussurro d'una leggenda.

E tace ogni singhiozzo d'illusione:
sarò come nenia cantilenante;
agitate- labbra- nel bacio dell'amante
o verde radura d'intorno
perché è vero che sboccio
soltanto per esser colto


Mattia Lo Presti


lunedì 21 gennaio 2013

Una sensazione

By Ken Wong "The blood of Paradise"
Scorre sino al pianto
e
non si ferma fin che piango


Il tuo ricordo brilla come una festa
e ho cercato parole scure e vane
come ogni dolore per soffocare
gemiti e nebbie tra i tuoi respiri
rubati, dimentichi dell'anima
in malinconia su queste terre
arse dall'effigie.


Freme, cade e mi pare di sentire
per l'ilare gingillare della frenesia,
l'anima dal tuo crine che fluisce
di sguardi; e il tuo nome suona
guerra tra casolari
che non fan ombra,
ma bionda dolcezza.

Mattia Lo Presti
giovedì 10 gennaio 2013

Il flauto dalla finestra

Nadine Prada, "Strange Landscape"
Soffio sottile
calmo. Sussurro
di vita.


Suonavi alla finestra strumenti
sottili e come un'aria anguilla
portavi del mondo agli altri i resti.

Giocavi alla vita con note di stenti,
ma sotto il balcone- come una bolla-
quella voce che tu non senti, sa di posti
mai visti: è un assolo triste,
coperto di pianti ( più bassi, più alti)
e non chiede lamenti:

basta un soffio gentile, che vive,
dove agli altri di questa vita che piove
serve anche il respiro.


Lieve

"Shelter" by Ken WongCome sempre
non è sottile
non è stagione
per essere poesia,
questa giovinezza,
sangue.



Mi aggiro con molte domande
da rammendare- varicose
coccarde per vincitori: chissà
se sul podio è la vita che t'assale,
e scatta foto per album più forti
ed ansiosi della cenere sui vestiti,
amari come una traccia bruciata
dove agli altri restano inverni indistinti.

Sapessi di certe speranze nuove,
tanto legato alla fine non sarei
eppur se di tanto qualcuno c'è- che muore-
vorrei sapere del nostro sipario
che non resta in cima, ma stanco
scende mentre si leva nelle vene
un'evoluzione logica di ricordi.

Non saremo i primi, in basso
tra il linguaggio che allora è muto,
mentre scrivo s'inceppa il parlare:
e di te? L'essenza rimane?
Dovrebbe. Non a lunga stagione.

Ma qualcosa nel sangue risale;
in attesa della premiazione si scopre
quella vita da perdenti- sottile
e a corto d'argomenti su stelle
e poesia, ma in ascolto su di noi,
perchè chissà se avverrà
un grande scoppio iniziale.
E se viene, bene potrà dire
di questo lieve,
mio,
morire.



giovedì 3 gennaio 2013

Nascosto in un mattino che tramonta

L'identità che non ti rappresenta
è l'unica realtà che forse t'interessa.

By Ken Wong, "Two set out in dark Water"




Amore soffice, ritegno dolente
di qualche fratta nascosta: spegni
la tua luce candida sopra il mare,
che s'apre e sale sulle vesti rosse
e nere di un sabato da collezionare.

E sola resti come uno specchio;
là, diverso da ciò che vedi, son io.
Vecchio di anni non tardi,
stanco come il sole di notte:
senza più un riflesso da guardare. 

Non sai quanto brucia il morire
ogni giorno senza salvare la ragione
così fragile dell'esser vivo. E scrivo
sulle orme cineree d'un viandante
di senso, mentre canta il mattino. 

Urla così fino al pianto, fin che spento
ritorna insieme il sussulto notturno
della mia veglia sulle ciglia racchiuse
dal sonno che lambisce protervo
il capo reclino del tuo tramonto. 

Amore, giuro su quello che non so fare,
tutto: resta solo il mattino nelle iridi calmi
della mia bufera; spargi il sale marino
di quest'ardore dove sa la tua mano cercare,
forse che non c'è più speranza nell'andare.



Translate All

Numero dei malcapitati

"Ci incontreremò là dove non c'è tenebra"® Production. 2012. Powered by Blogger.

Tutte le mie robacce

Badge di PoesieRacconti

ISCRIVITI ORA! (YAHOO)

ISCRIVITI ORA!

Add to Google Reader or Homepage