Era il 1984 quando un atto di denuncia si fece sottile come una lama: fu un grido silenzioso. Il documentario del ginecologo  Bernard Nathanson prese una posizione molto forte su argomento altresì  discusso come l’aborto.  Il titolo si riferisce al “grido silenzioso di dolore” che il feto emetterebbe durante l’operazione di aspirazione dell’embrione. I medici si opposero duramente al progetto di Nathanson affermando l’insufficiente sviluppo della corteccia cerebrale e del sistema nervoso del feto, impossibilitandolo dunque ad emettere alcun suono. Non che importi molto il giudizio scientifico su un fatto di tal specie, dove le immagini giustificano molto più che una qualsiasi dimostrazione empirica, ma Il video pro life emana un persistente odore di moralismo in cui i toni tragici utilizzati sono aderenti alla situazione, anzi forse fin troppo. Una scelta molto intelligente fu quella di non porre tutto su un piano pulp, ma lasciarlo intuire come in un gioco di chiaroscuro, proprio come questa intricata vicenda è: si discute ancora sulla legittimità di poter togliere una vita come se nulla fosse, quando l’unica cosa di cui si dovrebbe discutere riguarda la legittimità di poter anche solo pensare di uccidere. Restano i brividi  e un dato del 2008 che fa riflettere: 121.406 aborti avvenuti solo in Italia, che si riserva le ultime posizioni nella macabra classifica dell’ Unione Europea in cui la regina indiscussa è la Romania ( negli ultimi quindici anni: 4.065.904 aborti volontari).
C'è da meditare gente, c'è da meditare... 
Locandina del Documentario- 1984