venerdì 23 agosto 2013

Dimenticanze

Edward Hopper- Escursione nella filosofia

  • Se tornassero a noi le cose
  • sparite, la chiave del bagno,
  • la mia collana dell’anniversario-
  • piccoli vuoti che ritornano uguali-
  • la certezza avremmo almeno
  • di ogni giorno che si allontana,
  • di ogni amicizia che è mancata. 

  • Se vedessimo d’intorno le incertezze 
  • (e sono diafani fantasmi, in contro-luce;
  • posaceneri colmi di fumo, schiariti
  • si gonfiano come il peso che porta
  • chi è solo), a queste paragonare il vuoto
  • sarebbe fortuna; una sciocca cupezza
  • di chi, dentro, è ormai morto. 

  • Invece, la microfisica della vita
  • disperde elettroni e particelle; si perde
  • tutta la cianica sostanza che frulla
  • la memoria e la sua pecca. Ricordo
  • dove ho messo la testa, 
  • ma non dov’è rimasta la lenza
  • che tira lenta la mia esistenza. 
     


giovedì 22 agosto 2013

Amo te in tutti i modi e tempi del verbo

Magritte- Gli Amanti


Ho sentito dell'infinitesima
vita d'un elettrone, e dirai
sorridendo come ad un bambino
- Quante cose di me non sai. -


Ci son parole vuote più che mai
nella scia delle frasi corpose
che stringono la gola delle mie,
attratte dalle tue linee sinuose.

Ho parlato coi tuoi occhi
fino a mezzanotte, con la dolcezza
felina del tuo sguardo sensuale
accarezzando il tuo profumo.

Ciò che di te profondamente amo
non può esser scritto,
né raccontato come una storia
qualunque; è il tuo sorriso

specchio di tante fiabe incantate,
una cornice d'amore falbe
sulle nostre mani unite.
Quanti battiti ho perso tra albe

e tramonti che schiudevano
la nostra storia che non è
quello in cui molti speravano.
Nei mattini di brina e terra

abbiamo imparato a vivere
da amanti, grovigli e lacci
sospesi nel vuoto del domani
coi suoi buchi di memorie.

Amo te in tutte le sfumature,
non giacchè evanescente fuggi,
ma per i bagliori di luce
ch'aleggiano anche in tua assenza

Gli occhi che vedono, ma non guardano


Amedeo Modigliani- Occhi di Donna


L’oro dei ricordi brilla e brucia
sulla cenere ammuffita: la rischiara
dolce, un po’ contratta, come quando
sentire scorrere tutte
le tue pupille sulla mia pelle
era una gelida cascata di stelle,
la prima notte che ti ho baciata.

E quella notte non vuole più arrivare:
s’inceppa sull’argento dell’alba,
fugge nascosta- orba della mia speranza;
E’ tiepida argilla, un cruccio violento,
ma scompare cerulea e ritorna mattina.

E tuttavia nella notte s’ostina ancora
l’indicibile sospetto, che tra gli specchi
dei miei sogni,  assorto si rivela:
La paura di sbirciare nei tuoi occhi
e veder riflessi quelli d’un altro.


martedì 20 agosto 2013

Il Silenzio dei Sogni

Gustave Dorè- L'Enigma (1871) Parigi, Museo d'Orsay


Senza la fretta di raccontare
mille- lineari voci, millenarie
passioni che tramandiamo
di padre in figlio;
senza questa stretta di patire
per poi saper ridere,
sarebbe poesia anche questa
fredda catena di giorni?

Ma quando anche i grappoli
dei silenzi araldi sembrano
senza parole, e le aride-
tristemente candide- fattezze
delle nuvole strisciano sopra le sterpi
come serpi vergognose,
vedi nell’ombra (è un istante)
la verde erba che risorge dagli stenti.

E mi sembra di stare in posa all’eterno,
mentre il mondo cade danzando;
Sono in un sogno e si sente
dal silenzio qui intorno- un pianto
riverbera assorto- sullo sterno sento il peso
 di ogni rosa che muore travolta da spine;
ogni punto che dice addio,
pone fine ad una frase. 


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