Nel cielo grigio di vapori
ogni mattina s'asciuga
rugiada trasudata
come farebbe un uomo
dal cuor spezzato,
nascosto all'ombra
dalle lacrime, oscuro in volto
per non esser osservato.

Con mani grosse e un po' rosse
stringe in petto un fiore
senza nome
come farebbe un sogno
senza tempo
nella mente devastata dalla vita.

Rivede il gelo dei suoi occhi:
è brivido tutt'ora.
Ha visto fiorire le più belle creature:
le rose, le primule, la tenera agatea,
sapendo che nonostante ciò avrebbe colto i fiori più brutti
perché ama la solitudine e l'amarezza dei dimenticati.

È tardi, ma ha collezionato anche quest'anno i fiori reietti
sentendosi perso, con i semi della tristezza già sbocciati,
affogando tra gli inetti nel pozzo più nero
con gocce di rugiada fredda
nel cuore senza nome e senza tempo.