domenica 20 maggio 2012

La Sepoltura della Letteratura

Joseph Turner:
  "Pace: Sepoltura in mare."
Morta è l'arte: tutta, intera.
Le sozze esequie immacolate
da occhi, segrete saranno l'ultimo
giorno che non ricordate.

Quel corpo gracile di poesia
e gli occhi languidi ch'ammorbano
la possente prosa nel petto
ricamata di sfarzo retorico.

Defunta è la letteratura
già da troppo tempo
e chi la partorì ora si nasconde
rea d'un misfatto crudele.

Nei vicoli umidi della sera,
prostituta d'amore si dava
a menti fugaci di poeti
pronti solo a stappar le penne.

Si scrive oggi non per passione,
nè per celato amore,
solo in fretta per il saluto
estremo d'una compagna fedele.

mercoledì 16 maggio 2012

"Il Viaggio del Destino"

UN ISTANTE, LEGGINE UNA. POTRAI INSULTARMI 
O PROSEGUIRE PER LA TUA STRADA.
NON CHIEDO ALTRO


Non manca nulla del tuo viaggio,
nè gli stanchi centesimi lasciati
nel posacenere sporco di vita
accanto a trucchi e polvere
in attesa dell'ora di fuoco.

E quando con brullo stupore, io,
delle storie urlate, muggiti
d'odio ne rimurgino una
parola d'amore, cicuta ribelle
s'erge sicura tra le fiamme del gioco.

Sulla bufera che infuria, partenza
non odo nè voglio vedere; quando
zitto s'affiocherà il mattino,
smarriremo il segreto nel giorno
fossato roggio di sangue.

Là non c'è e pur riposa salvezza,
ai margini squallidi del mondo e
nell'oscurità eterna dell'attimo:
il nostro giorno estremo sentiremo
scivolare nelle carni repente.

Cercherai scampo, ma solo un lampo
disumano crescerà come voce chiara
di chi ha visto l'infinito
e ne rimpiange l'inizio:

nel viaggio screpolato d'addii
fallito è il tuo ricordo ispido,
e la memoria gonfia di partenze.

Sulla valigia c'era scritto
uno sbiadito "per sempre"
alla consegna dela promessa
al facchino, il tuo destino.


"Is a long, long way..."

domenica 13 maggio 2012

"Nel Silenzio della Morte Germogliare"

Già sogno di rigermogliare
che tu le ultime foglie,
fatiche, nemmeno abbandoni.

Disperso nella luce ch'abbaglia
sento staccarsi con suoni e 
lamenti la primavera dei tuoi sforzi.

Era settembre nelle nostre radici,
intrecciando le linfe come pazzi
nei tronchi molli, felici.

Non v'era tempo d'ascoltare
l'aerei lamenti del sereno, le rondini.
Ma le nubi: quelle c'erano.

Si stagliavano complici dell'inganno
e all'improvviso, mute come zanzare,
lacrime d'inverno, le tue palpebre.

Diviso il mio tronco appare
alle foglie sparse di simboli
che soli perdono il senso.

E il mio senso qui si svela:
sei l'oggetto perso del mio vagare
che il senso profondo cela.
martedì 8 maggio 2012

"La Camera 11 d'un vecchio albergo"

Abatjour, luci velate
in una chiara stanza
d'un vecchio albergo.

Voci dal lungomare 
soffuse, spruzzano 
chiasso nella camera. 

Questa camera che non esiste,
ma in cui giacciamo,
dove ci nascondiamo 
quando pensiamo a noi.

Come due ladri 
di sentimenti in un turbine
feroce di lenti movimenti.

Brilla, splendi, illumina
tutto quello che di me
sembra così oscuro:

Se ti stringo forte
è solo perché temo il buio.

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