Tintinellava il tuo bauletto
e ogni secondo potevo sentirti
come la goccia d'un rubinetto
che perde, ed ora- ad averti-
è il tempo che sgoccia, si perde.

Pioveva, quel giorno, alla festa:
si paga cara, la fretta, ma se
sia traccia del soffio che si leva
non v'è uno che lo sappia,
e dalle dita, capricciosa scorre la vita.

Certo, non abbiamo consistenza:
scheletri in una pineta e famelica
carne per amare quella nubecola
che sembra esser solo tosse, amore,
nella fenditura- ora grinza- delle ore.

Ma di Louis Vuitton più non importa:
nell'estorta e muta lingua della stanza,
parla solo il nostro gergo incognito-
solo questo, carme e sbadiglio:
trappola d'una morte ancora lontana.