"Cannibalismo d'autunno"
Salvador Dalì
1936
Un pomeriggio la superbia ci ha contesi
spostandoci col venticello, naufragio di foglie cadute
nel porto del giaccone di fine autunno.
Qualcosa accadde, strano polverio
che acceca, e ritrovandoci  nel tepore di Maggio
mi chiedo perchè la rugiada non soffra
dell'amore notturno che si promette eterno,
dai postumi all'alba fugace, scacciata poi
dal prezioso amante fiore.
Nell'intima essenzialità
colgo una goccia piangente che
come polvere ha conosciuto il tempo
e di immortale solo le resta  il scivolare
inerme.